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L’immortalità ed il fuoco che muove i mondi

Che cos’è la Vita? La questione è di scottante attualità. Secondo il credo comune è la
“proprietà” di un corpo, solo il battito del suo cuore, non il movimento, non il pensiero, non la coscienza. La Vita è un mistero. Eppure alcuni lo hanno già svelato.
È “l’Amor che move il sole e le altre stelle”, canta Dante Alighieri. “C’è un’unica Forza,
l’Amore, che lega e dà vita a infiniti mondi”, risuona Giordano Bruno. Non una proprietà di un corpo quindi, ma una Forza che anima anche le stelle, la stessa che l’uomo sente come amore. È solo poesia o filosofia? Può essere anche realtà scientifica.

“L’unica forza” è stata scoperta. È il campo nucleare debole, l’unico che ha un’intima e
penetrante relazione con il “cuore” di ogni cosa: quello del sole e delle altre stelle dove
dirige la fusione nucleare, quello della Terra e anche quello dei cristalli e delle molecole organiche. Il “cuore” è la materia nucleare, la porzione più massiccia degli atomi, la mobile matrice di ogni corpo visibile, anche quello umano. È il campo nucleare debole che anima, muove il “cuore” e lo fa girare; a temperature
elevatissime, è come un fuoco che però non brucia gli organismi, ma piuttosto li penetra nelle loro viscere più profonde, nei nuclei appunto fino a co-muoverli, anzi commuoverci.

Non è un sogno. La focosa azione del debole nel corpo umano è realtà. Basta superare i confini tra fisica e biologia per comprenderlo. I fisici hanno scoperto i suoi tre messaggeri, i tre bosoni intermedi W+, W- e Z°, negli anni ’80, al CERN, e così hanno svelato al mondo che il “debole” è uno e trino; si sapeva già prima che è l’unico ad avere un’accattivante e inquietante predilezione per la sinistra. “Non posso credere che Dio preferisca la mano sinistra alla destra” aveva scritto Einstein allarmato. E invece è così; quasi tutti i corpi naturali preferiscono ruotare a sinistra, mostrano l’aspetto noto come “manualità”, e testimoniano così la loro intima relazione con il “debole”. La Vita gira a sinistra, riconoscono i biologi, tutti gli amminoacidi che compongono le nostre proteine sono levogiri. È un indizio importante, suggerisce che la Vita coincide con il campo nucleare debole, come dicevamo, ma possiamo non fermarci qui e cercare altri indizi. Il debole ha effetti cruciali sul tempo. Il bosone W- provoca, infatti, il processo con cui si misura il tempo, anche quello “universale” con cui sono sincronizzati tutti gli orologi del mondo: il decadimento radioattivo di un metallo, il Cesio 137. Con questa misura del tempo gli uomini hanno diviso ciò che la natura ha unito e cioè l’opera dei tre bosoni; così si sono resi schiavi dei metalli, come ha scritto il lungimirante Platone nel 600 a.C. L’opera congiunta dei tre bosoni può compiere meraviglie negli organismi: può dilatare, restringere e persino invertire la freccia del tempo! Possiamo ringiovanire? È possibile; l’invecchiamento dipende dalla secrezione ormonale, fenomeno ultra celere legato all’ultra celere campo debole che, in un attimo fuggente, può trasmettere un’enorme quantità di inform-azioni e/o emo-zioni. Gli ormoni girano a sinistra, condividono la toccante nota della Vita, sgorgano a centinaia, ogni giorno, dalle nostre ghiandole endocrine, sono macromolecole di notevole massa, tali da superare la soglia critica (50 MeV) al di sopra della quale il “debole” non è affatto debole.
La secrezione ormonale può essere il frutto di un’interazione debole, non parziale come nel caso dei metalli, ma globale, totale, tale da coinvolgere tutti e tre i bosoni anche quelli neutri, Z°.
Questi meritano una menzione speciale; compongono la corrente neutra debole che, nonostante il nome tecnico e di scarso impatto emotivo, è copiosa, massiccia e possente oltre che penetrante, simile al “fiume impetuoso” di cui parlavano Eraclito e lo stesso Bruno.
Un’altra conferma. Ciò che appare debole ai freddi e metallici strumenti di laboratorio, può essere un fiume impetuoso per il corpo umano. Il nostro sistema nervoso è composto di miliardi e miliardi di recettori, macro molecole sensibili e mobili. Muovendo il “cuore” dei recettori, il fiume può provocare in loro un’eco, uno sciame di fononi (quanti del suono) che si propagano a tutto il sistema nervoso; questo, a sua volta, può muovere il sistema sanguigno, dilatarlo, accelerare così la circolazione del sangue e provocare tutti gli effetti tipici dell’eros. Lo sciame di fononi è come la freccia lanciata da Cupido. Guarda caso, la Vita si riproduce grazie all’eros. C’è un altro indizio che i medici osservano normalmente. È una diagnosi, la Risonanza Magnetico Nucleare, che lega lo stato di salute del corpo umano all’orientamento degli spin
nucleari che lo compongono. Incredibile, ma vero, l’orientamento degli spin dipende dai bosoni neutri, Z°. Ora che si sta sviluppando la Risonanza Magnetico Funzionale si comincia a vedere il moto incessante della materia cerebrale, una vera e propria danza coerente e fluttuante, a ritmi elevatissimi. Ogni moto ha una causa, dicono le prime nozioni di fisica, e le cause sono le forze; una è l’impetuoso fiume, non un’ingenuità di antichi filosofi, ma una corrente di bosoni neutri, “debole” per gli strumenti e freccia cocente per gli organismi. Il “debole” può essere l’Amor che innamora, provoca l’eros e commuove la psiche. È troppo semplice? E perché la Vita, che anima tutti e tutto, dovrebbe essere complicata? È che siamo educati a credere nella divisione tra organico e inorganico, divisione mai provata però. “La Vita è tutto ciò si riproduce e mantiene il suo ordine”, secondo la consueta definizione. Oggi sappiamo che tutto si riproduce: universo, galassie, stelle e sistemi solari in cielo e anche i cristalli del regno minerale in terra oltre gli organismi. L’universo è vivo, ma le scienze non lo dicono; al contrario dipingono un universo vasto e senza vita in cui l’uomo è sperduto su un pianeta a risorse limitate. È bene conoscere la scoperta ormai conclamata degli astrofisici: ben il 96% della massa è oscura, non osservabile, ma di sicuro supernaturale nel senso che è indifferente alle leggi che noi chiamiamo “naturali” – gravità, visibilità e inerzia. Ebbene l’unica forza che può unire il misero 4% restante, naturale e visibile, al 96%, supernaturale e invisibile, è il “debole”.

Se il “debole” provoca l’eros, s’intravede il disegno diabolico delle tre religioni monoteiste: gestire e controllare l’eros è il modo migliore per evitare il contatto diretto con il super-naturale. Ma c’è anche tanatos, si obietterà; si certo, ed è facile mostrare che tanatos è l’effetto dell’altro campo nucleare, il forte, utilizzato nelle centrali nucleari. Allora si può capire che eros e tanatos, presenti in ogni tragedia umana, lo sono anche in ogni nucleo atomico. La natura unisce ciò che le religioni hanno preteso di dividere, eros e tanatos, bene e male. “Se questa scienza che tanti vantaggi porterà all’uomo non servirà all’uomo per comprendere se stesso, si rigirerà contro l’uomo” fu la profezia di Giordano Bruno, confermata dai falsi confini che lacerano l’essere umano.

Dopo quattro secoli di scienza tutti ignorano gli effetti sul corpo umano dei due campi
nucleari, “debole” e “forte”. I biologi ci dicono che i geni umani sono poco di più di quelli di un moscerino. Che cosa osservano i biologi? La luce riflessa dai geni visibili, il campo elettromagnetico; osservano quindi il misero 4% non il cospicuo 96% che può stare ovunque, anche dentro i nostri corpi, composti di atomi… vuoti. Dovremmo saperlo tutti, perché lo studiamo a scuola; l’atomo è “vuoto”, ma il “vuoto” è pieno di energia e di particelle invisibili, hanno scoperto i fisici negli anni ’30 del secolo scorso; non ne parlano con i biologi però. È sul “vuoto” che artisti, saggi e poeti danno da sempre uno poderoso contributo, riconoscibile anche nelle scoperte scientifiche, se ne comprendessimo il significato umano.
Il “debole” è uno dei due campi che compongono la Forza Elettrodebole, scoperta negli anni ’80; è il lato invisibile e più negletto dei due, mentre l’altro lato è il ben noto campo elettromagnetico, l’intermediario di quasi tutte le osservazioni scientifiche. Qualcuno potrebbe chiedersi se i due campi, debole ed elettromagnetico, sono i due lati della Forza, portata sugli schermi dalla Saga di Guerre stellari. Vogliamo riunire scienza e fantascienza?
Si e non solo; anche l’arte, la letteratura e la musica, vogliamo riportare al centro l’uomo, l’autore e il fruitore di tutte le discipline, vogliamo essere liberi dalla teocrazia che finora ha dominato in un modo o nell’altro tutte le società.
Se la Vita è la Forza Elettrodebole che ha un lato oscuro, l’elettromagnetico, e uno luminoso, il “debole”, tutto si spiega in modo semplice e umano, anche perché la scienza accademica è schierata con il lato oscuro, l’unico campo che può osservare con gli strumenti.
Il lato “debole” della Forza ha tutte le note peculiari della vita, oltre la manualità già citata, l’estrema celerità di processi vitali quali la produzione di amminoacidi, il ripiegamento delle proteine, la secrezione ormonale, il concepimento, lo sviluppo embrionale e anche l’orgasmo. E se il “debole” fosse non un campo informe, come propone l’immaginario scientifico, ma ricco di forme cangianti, mobili e commoventi?
I tre bosoni, W+, W- e Z°, copiosissimi e dotati di grande massa, possono comporre singoli corpi e anche un massiccio e fremente universo cristallino, così come solo tre tipi di particelle (neutrone, protone ed elettrone) compongono tutto l’universo visibile. Siamo di fronte al mobile cielo cristallino di cui parla Dante? Si, e sarebbe proprio il Paradiso perché l’informazione in un cristallo è diffusa all’instante in ogni sua parte, non è distorta o manipolata, come in TV. Quello cristallino è un universo ricco di armonia. C’è di più: è legato a quello visibile. I tre bosoni W+, W- e Z°, infatti, penetrano tutti i corpi; gli strumenti metallici non se ne possono accorgere, ma gli organismi, soprattutto quelli umani, verticali e dotati di miliardi di sofisticati recettori, si.Quindi quello cristallino è il paradiso dal quale non siamo divisi, ma del quale possiamo essere partecipi. I tre bosoni possono comporre il corpo igneo di ogni singolo essere, il corpo di luce, dipinto da molti artisti e oggi illustrato anche nei film. 

“La morte è un dissolversi dei vincoli” dice Bruno, la separazione tra i due corpi, l’igneo, invisibile ed eterno, e il fisico, visibile e mortale. E allora? Allora la morte non è la fine; è solo “un dissolversi dei vincoli”, uno spogliarsi dell’abito che ci rende visibili sulla scena apparente, il corpo fisico, un involucro composto di atomi, “vuoti” per la nostra cieca scienza, pieni di luce per i poeti che ne hanno colto la fremente essenza. Oggi milioni di esperienze di pre-morte in tutto il mondo, indipendenti dalla condizione sociale e dal credo religioso, confermano l’esistenza del corpo di luce e di un mondo dove i “morti” vivono felici. Chi compie l’esperienza ha la certezza della loro realtà, ne sente l’emozione viva, conserva il ricordo di una capacità d’amare che va oltre l’orizzonte visibile.
L’arte e la letteratura di tutti i tempi lo hanno sempre superato in un modo o nell’altro e oggi lo superano, in parte, anche le scienze. L’esistenza di infiniti universi è ormai riconosciuta dai cosmologi che però trascurano il “debole” l’unica forza che può unirli. Perché? La risposta è incredibile, ma vera. Il “debole” è imprevedibile, intrattabile con la matematica usata per gli altri campi, non si concilia con l’atto di “fede” comune a tutte le scienze: il linguaggio universale, con cui la natura comunica agli uomini, è la matematica. È una disciplina di sicuro affascinante, ma che dire se il linguaggio universale fosse, invece, la musica?
La musica comprende la matematica e anche le emozioni che la matematica, invece, esclude. La musica ha molti tempi; i fisici credono al tempo unico, lineare, ignorano l’opera dei tre bosoni che può comprendere infiniti tempi e persino discendere “dalle stelle alle stalle”, dalle sue altissime frequenze originarie a quelle basse dei corpi naturali. Infatti “discende” tramite l‘eco, i moti del sangue, che sentiamo come emo-zioni. (emo vuol dire sangue in greco) 
Ed ecco il gioco del potere, la divisione. Gli antichi lo riconoscevano nel motto “divide et impera” e i moderni lo applicano ancora: alcuni si schierano con un lato, altri contro e così tutti favoriscono il gioco del potere. Se la Vita è una forza universale, come hanno sempre detto i poeti, ed è la Forza Elettrodebole, come propongo, la via è l’unità di tutti i suoi lati che nulla hanno a che fare con gli schieramenti politici, né con le scienze, che escludono l’eros, e le religioni che lo reprimono. La via è la Vita, l’unità di infiniti universi, la verità che ci rende liberi se siamo disposti a superare i confini. Quali? Tutti, perché tutti sono inventati e utili a conservare il potere.

 

Articolo scritto 14 febbraio 2009

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