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Il Condor, uno dei disegni Nazca, visibili in Perù e riconoscibili solo dall'alto

La via verso la libertà

è il transito a una nuova civiltà capace di riconoscere la realtà reale
che è organica e non meccanica

PREMESSA al libro di prossima pubblicazione

CAMBIO DI LOGICA

Percorrere la via verso la libertà è il desiderio ormai insopprimibile dei popoli, represso finora da un potere che ha cambiato mille volti e regimi, ma ha coltivato sempre un “sapere” che nasconde la verità essenziale, necessaria alla libertà: la Vita.

Che cos’è la Vita? Un mistero per scienze e religioni, un modo per sfruttare il lavoro per politica e finanze, una profonda e pacifica rivoluzione culturale per chi ammira la Sua Memoria genetica e il Suo grandioso Progetto. È l’evoluzione che avviene in modo repentino, travolge all’improvviso tutto il passato, nonostante la sua lunga “stabilità”. In “attimi” rispetto alla storia geologica, scompaiono i dinosauri e appaiono i mammiferi tra cui quello eretto, l’Uomo, che con un’irresistibile ascesa giunge a dominare il pianeta. Scomparse e comparse delle specie sono avvolte nel mistero, ma svelano una chiara freccia verso stadi di maggiore complessità, in contrasto con quel degrado umano e sociale, quell’entropia crescente che i media ora chiamano “crisi”.

Il Condor, uno dei disegni Nazca, visibili in Perù e riconoscibili solo dall

E se fosse, invece, la premessa di un balzo evolutivo, centrato come sempre sulla specie più “elevata” o dominante, cioè quella umana? L’evoluzione riguarderebbe non solo il corpo, che può guarire da tutti i mali, ma anche e soprattutto la mente umana che ha potenzialità straordinarie ed è però in uno stato di acuta follia. Incatenata a idoli quali il denaro e il mercato che in natura non esistono, inchiodata a una vista “scientifica” capace di osservare una porzione minima di ciò che la stessa scienza calcola, la mente comune ignora cos’è la realtà reale e finge di saperlo. Con tale mentalità, abbiamo creato una società contro natura, siamo vittime e artefici di un “sapere” che crede alla memoria di un passato brevissimo rispetto ai tempi dell’evoluzione biologica, convinti che il futuro dipenda da governi incapaci a risolvere i soliti problemi: il debito che i popoli non hanno fatto, ma devono pagare, il persistere di guerre utili ai grandi business (armi, cemento, farmaci, ecc.), ma non a chi le subisce e poi criminalità, corruzione, il lavoro che “manca”. Eppure ci sono tanti lavori urgenti e necessari per il benessere del pianeta.

Il nostro futuro dipende da noi stessi, dalla realizzazione del Progetto inserito da sempre nel DNA umano, sentito come bisogno di libertà e dignità, unità con la Natura che si rigenera senza combustibili e con un’Intelligenza che oggi cominciamo a comprendere. Dopo millenni di “stabilità”, cioè stragi e dolori, l’umanità sta superando i confini, quelli tra le nazioni e anche quelli tra le discipline, riconoscendo le risorse della Natura tra cui quella più importante e, guarda caso, “dimenticata”. È la Sua organizzazione coerente, indipendente dallo spazio e dal tempo, generata da un unico codice genetico, il DNA, il seme che possiamo infine alimentare con una cultura cosciente delle origini. Sono evidenti in ogni concepimento, non sono sperdute in un passato remoto, né legate a un “dio” che ha cacciato l’uomo dal Paradiso, separato “la luce dalle tenebre” ecc. Alla base di tale “sapere” c’è un bluff colossale: il potere temporale, una falsa concezione del tempo da cui deriva la voluta ignoranza della realtà organica, di come e perché si rigenera, quindi la repressione sistematica della sessualità umana.

Siamo oggi in una fase di evoluzione, di fronte al collasso del “sapere” meccanico e alla nascita della coscienza organica, la rivelazione del Messaggio Intelligente che si manifesta nel DNA e nelle sue straordinarie abilità selettive. La Vita non fa elezioni ma selezione che è in fondo un’auto-selezione; è la scelta se dipendere dal “potere” o divenire coscienti che è impotente, espressione di un “sapere” che non ha realtà, né futuro.

Il vero “capitale” è l’Intelligenza della Natura di cui l’Uomo può divenire la migliore espressione.

La Natura ora ci offre mutamenti senza precedenti, utili a riconoscere che questo mondo è una prigione le cui “sbarre” sono le convinzioni false di un’umanità caduta nell’oblio delle proprie origini, in un sonno millenario da cui può infine risvegliarsi. È la tesi di questo libro, tesi che ha indizi crescenti, ma non le “dimostrazioni scientifiche” di cui la mente meccanica ha bisogno per riconoscere un fatto a lei sgradevole: le sue tenaci convinzioni non sono state mai provate. Ciò che era ovvio ad antiche civiltà, capaci di costruire templi grandiosi e di organizzare società sagge ed efficienti, è oggi ignorato da una “civiltà” che crede al “vincolo” tra tempo e denaro.[1] È un culto sorto circa seimila anni fa con l’istituzione dell’usura, “vincolo” mai dimostrato, utile a rendere pochi sempre più ricchi e tanti sempre più poveri.

La mente meccanica è convinta che sia sempre stato così e così sempre sarà. Non è vero, ma la sua memoria è parziale e di parte, promossa da religioni che hanno gestito scuola, economia e politica mondiale. La memoria storica è stata artefatta, quella emozionale è stata paralizzata e la Memoria genetica ignorata. In quest’ultima è nascosta la vera Intelligenza, che è individuale e collettiva, indipendente dal “vincolo”, il culto contro natura che domina l’umanità. Dalla fine del ‘600 sono sorte le scienze che non hanno smentito il culto; lo hanno condito con teorie che dividono l’uomo dall’universo e, con uno strano oblio “dimenticano” l’unità che lega l’uomo, l’osservatore, all’universo osservato.

La “crisi” non riguarda solo l’economia, ma anche quella tragedia che è la storia umana, afflitta da un “sapere” che venera il “dio unico” – il tempo – senza sapere cos’è. “Educata” a credere alla “realtà” dei limiti di energia e/o di tempo, la poveretta è ora sull’orlo della follia, ignara della propria naturale comunione con la Memoria genetica, cioè con l’eternità. Il “sapere” è stato vincolato al tempo e alla presunta scarsità delle risorse, gestito prima dalle religioni e, ora, dalle scienze che legano il tempo allo spazio, credendo a un altro culto. È la convinzione “scientifica” che la massima velocità esistente sia quella della luce elettromagnetica nel “vuoto”. Questa è smentita sia dalla presenza di buchi, neri e bianchi – tunnel dello spaziotempo – sia dalla scoperta ormai conclamata che il “vuoto” è pieno di energia oscura.

Possiamo liberarci dai culti, utili a rendere questo mondo un inferno? Si, riconoscendo la verità nascosta per millenni e sempre presente: l’Intelligenza della Vita che genera e rigenera tutto il  Vivente in modi invisibili, ma provati dai fatti. Parleremo de l’altra Luce, che genera tanti mondi e tempi, e soprattutto della nostra umana abilità a usare l’altra Luce, per riportare questo al suo “antico volto”, a ciò che era destinato a essere: il Giardino Terrestre. Oggi è possibile perché il così detto “cambio climatico” è, in effetti, un cambio di mentalità, legato alla crescente intensità de l’altra Luce.

 


[1] Antico Egitto, Etruschi in Italia, Inca in Perù.

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